Crioagglutinine: Mononucleosi infettiva, polmonite

Crioagglutinine

Le Crioagglutinine sono anticorpi prodotti dal sistema immunitario in risposta all’infezione da virus Epstein-Barr (EBV), il principale agente causale della mononucleosi. Questi anticorpi sono in grado di agglutinare (unire) i globuli rossi a basse temperature, causando una serie di sintomi come pallore, debolezza, vertigini e, in casi estremi, insufficienza renale.

Patologie

Le crioagglutinine compaiono, in modo transitorio o persistente, nel corso di diverse infezioni virali (mononucleosi infettiva, varicella, parotite epidemica ecc.), nelle infezioni da mycoplasma, nella sifilide congenita tardiva, nei tumori del sistema linfatico, in alcuni casi di polmonite da micoplasma.

I soggetti con positività alle crioagglutinine possono subire crisi emolitiche acute in seguito a una prolungata esposizione al freddo di mani, piedi, naso e orecchie. Possono comparire anche in corso di anemia emolitica autoimmune, linfomi, leucemie, macroglobulinemia di Waldenstrom.

La mononucleosi infettiva è una malattia virale che colpisce principalmente i giovani adulti. Si manifesta con sintomi come febbre alta, mal di gola, linfonodi gonfi e fatica. Una delle complicanze più comuni della mononucleosi è la presenza di crioagglutinine nel sangue.

La presenza di crioagglutinine è comune nella fase acuta della mononucleosi e tende a scomparire gradualmente nel corso di diverse settimane o mesi. Tuttavia, in alcuni pazienti, questi anticorpi possono persistere per mesi o addirittura anni dopo la guarigione dalla malattia.

Sebbene le crioagglutinine non siano considerate una complicazione grave della mononucleosi, è importante monitorare la loro presenza nel sangue.

Fattori interferenti

Può esserci una falsa positività nella rosolia, epatite, linfoma ed altre virosi. È consigliabile eseguire il prelievo a digiuno da 8 ore. Evitare il prelievo subito dopo una eventuale vaccinazione per altri virus (vaccino per l’influenza in particolare)