Amniocentesi: Quando farla? In quale settimana?

Amniocentesi

L’ Amniocentesi è una tecnica invasiva di diagnosi prenatale che consente di effettuare un prelievo di liquido amniotico dalla cavità uterina. Viene inserito un ago sotto guida ecografica attraverso l’addome materno. Tale liquido contiene in sospensione alcune cellule fetali (amniociti) che, poste in un appropriato terreno di coltura, vengono fatte crescere in vitro. Su queste cellule è eseguito lo studio del loro assetto cromosomico o del loro DNA.

L’esame del liquido amniotico, quindi, viene effettuato per esaminare il cariotipo fetale. Si possono evidenziare così l’eventuale presenza di anomalie cromosomiche e aiutare nella diagnosi di eventuali malattie genetiche ereditarie.

Dal punto di vista psicologico, l’esclusione della presenza di anomalie cromosomiche nel corredo genetico fetale libera la donna da stati d’ansia, consentendole di vivere la gravidanza con serenità. Allo stesso tempo, la legge consente l’interruzione della gravidanza alle gestanti che non sopporterebbero il peso psicologico di avere un bambino con una grave anomalia.

Quando farla?

Il periodo ideale per eseguire l’amniocentesi è tra la 16° e la 18° settimana, . In queste settimane ifatti la cavità amniotica ha raggiunto dimensioni tali da non costituire un rischio per il feto. Dopo il prelievo è indispensabile un periodo di riposo di circa una settimana. I rischi di aborto connessi all’amniocentesi si aggirano intorno allo 0.2-0.5 %.

Se è indispensabile avere una diagnosi più precoce può essere effettuata la villocentesi tra l’11ª e la 13ª settimana di gestazione. Dalla decima settimana in poi è possibile eseguire il Prenatal-Safe. L’analisi genetica è eseguita sulle cellule fetali estratte da un normale prelievo di sangue eseguito sulla gestante.