Nanoplastiche
Le nanoplastiche sono particelle di plastica ancora più piccole delle microplastiche, con dimensioni inferiori a 1 micrometro (1 μm), ossia meno di un millesimo di millimetro. A causa della loro piccolissima dimensione, rappresentano una sfida emergente per l’ambiente e la salute umana, poiché sono difficili da rilevare e studiare.
Origine delle nanoplastiche
Possono derivare da due fonti principali:
- Primarie:
- Prodotte intenzionalmente, anche se in misura molto limitata, per applicazioni specifiche come in prodotti industriali, cosmetici, vernici e rivestimenti.
- Secondarie:
- Generate dalla degradazione delle plastiche più grandi, incluse le microplastiche. La frammentazione può avvenire a seguito di:
- Esposizione a radiazioni UV (fotodegradazione).
- Processi meccanici come abrasione o attrito.
- Degradazione chimica o biologica.
- Generate dalla degradazione delle plastiche più grandi, incluse le microplastiche. La frammentazione può avvenire a seguito di:
Caratteristiche uniche
- Dimensioni: Le nanoplastiche hanno dimensioni che variano da pochi nanometri (nm) a meno di 1 μm.
- Superficie elevata: La loro ridotta dimensione comporta un’area superficiale proporzionalmente molto grande rispetto al volume. Questo le rende più reattive dal punto di vista chimico e fisico.
- Elevata mobilità: Possono penetrare facilmente nei tessuti biologici, nei sedimenti e persino nelle membrane cellulari.
- Tendenza all’aggregazione: Le nanoplastiche possono formare agglomerati con altre particelle o adsorbire contaminanti come metalli pesanti e composti organici tossici.
Dove si trovano
Le nanoplastiche sono ubiquitarie nell’ambiente, anche se la loro rilevazione è tecnicamente complessa. Si trovano:
- Nell’acqua: Nei mari, negli oceani, nei laghi e nei fiumi.
- Nel suolo: Attraverso i rifiuti plastici e l’uso di fanghi di depurazione come fertilizzanti.
- Nell’aria: Come polveri sospese o trasportate a lunghe distanze.
- Negli organismi viventi: Sono state rilevate nei tessuti di animali marini e terrestri e, più recentemente, anche nel corpo umano.
Impatto ambientale
Le nanoplastiche possono influenzare gli ecosistemi in modi complessi:
- Effetti sugli organismi marini:
- Possono interferire con la fisiologia degli organismi acquatici entrando nei loro tessuti e organi.
- Modificano il comportamento alimentare degli animali che le confondono con il cibo.
- Accumulo nei sedimenti:
- Influenzano i cicli biochimici nei fondali marini, dove possono persistere per lunghissimi periodi.
- Interazione con contaminanti:
- Le nanoplastiche adsorbono sostanze tossiche, come pesticidi e metalli pesanti, e possono trasportarle attraverso la catena alimentare.
Impatto sulla salute umana
Le nanoplastiche rappresentano un rischio potenziale per la salute umana, anche se molte ricerche sono ancora in corso. Possibili rischi includono:
- Ingestione:
- Le nanoplastiche sono presenti in alimenti, acqua potabile e aria. Possono accumularsi nell’apparato digerente e attraversare le barriere intestinali.
- Inalazione:
- Le polveri contenenti nanoplastiche possono raggiungere i polmoni, causando irritazioni o infiammazioni.
- Tossicità cellulare:
- Data la loro dimensione, le nanoplastiche possono entrare nelle cellule e interagire con organelli come il nucleo e i mitocondri, causando danni cellulari.
- Effetti sistemici:
- Attraverso la circolazione sanguigna, le nanoplastiche possono raggiungere organi come fegato, reni e cervello, con potenziali effetti tossici a lungo termine.
- Rischi chimici:
- Le nanoplastiche possono rilasciare additivi chimici o trasportare contaminanti esterni, amplificando il rischio tossicologico.
Sfide scientifiche
Lo studio delle nanoplastiche è complesso a causa di:
- Difficoltà di rilevazione: Le loro dimensioni microscopiche rendono difficile l’identificazione e la quantificazione, richiedendo strumenti avanzati come il microscopio elettronico o la spettroscopia.
- Mancanza di standardizzazione: Non esistono ancora protocolli univoci per lo studio delle nanoplastiche.
- Limitate conoscenze sugli effetti a lungo termine: Gli studi sono ancora nelle fasi iniziali.
Possibili soluzioni
- Riduzione dell’inquinamento plastico:
- Diminuzione dell’uso di plastiche monouso.
- Promozione di materiali biodegradabili o compostabili.
- Tecnologie avanzate di trattamento:
- Sviluppo di sistemi di filtraggio più efficienti negli impianti di depurazione per catturare anche le nanoplastiche.
- Innovazioni nelle tecniche di recupero delle particelle plastiche.
- Ricerca e legislazione:
- Investimenti nella ricerca per comprendere meglio i rischi legati alle nanoplastiche.
- Introduzione di regolamentazioni specifiche per limitare l’immissione nell’ambiente.
Esami di laboratorio:
Emocromo, Dossier: Vitamine, Vitamina E, Vitamina D, Vitamina B6, Acido Folico, Vitamina B12, Arsenico
Malattie, sintomi e pagine collegate:
Esami di laboratorio, Centri anti veleno, HACCP, Microplastiche
Blog del sito: Esami di laboratorio
Discussion about this post