Mezzo di contrasto
Il Mezzo di contrasto in radiologia viene utilizzato quando esiste la necessità di evidenziare organi o strutture di densità uniforme alle normali procedure radiologiche.
Grazie al mezzo di contrasto è possibile creare un contrasto tra l’organo che vogliamo studiare e le strutture adiacenti. Nel caso dello stomaco ad esempio il mezzo di contrasto (in questo caso il bario da somministrare per via orale) si raccoglie all’interno delle prime vie digestive creando un’opacità che ci permette di distinguere lo stomaco rispetto agli altri organi. Se invece si tratta dello studio delle vie urinarie va somministrato un mezzo di contrasto che venga eliminato nelle urine. Lo iodio somministrato per via endovenosa viene escreto dai reni nell’uretere e quindi nella vescica permettendoci così di evidenziare tutte le vie urinarie.
Nella TC (Tomografia computerizzata) si possono somministrare mezzi di contrasto sia per via endovenosa che per via orale con le stesse modalità e sostanze utilizzate nella radiologia convenzionale per lo studio dell’intestino e delle vie urinarie.
Nella risonanza magnetica (RMN) vengono utilizzate invece sostanze a base di Gadolinio che agiscono in virtù delle loro proprietà magnetiche. Si somministrano per via endovenosa per lo studio del sistema nervoso centrale, scheletro, cuore, fegato e reni.
Reazioni ed effetti collaterali del mezzo di contrasto
I mezzi di contrasto, in modo particolare quelli iodati (uroangiografia per lo studio delle vie urinarie e colangiografia per le vie biliari) possono presentare reazioni avverse od effetti collaterali di vario tipo e con diversa gravità. Si distinguono due diversi tipi di reazione al mezzo di contrasto:
Reazioni chemiotassiche: la tossicità è dovuta alla natura del mezzo di contrasto utilizzato chiamate così perché la tossicità del composto è legata alla sua composizione chimica.
Reazioni imprevedibili: dovute all’attivazione del sistema immunitario, alla presenza di altre malattie interferenti e allo stato del paziente.
Sintomi
dolore nella sede dell’iniezione
orticaria localizzata nel luogo di inoculazione
nausea
vomito
sudorazione
In caso di reazioni più accentuate si può avere orticaria diffusa a tutto il corpo, gonfiore delle palpebre, respiro affannoso, dolori diffusi. Nei casi più gravi si può arrivare al collasso con alterazioni del ritmo cardiaco, dispnea grave, convulsioni e perdita di coscienza. Queste reazioni più gravi grazie all’utilizzo di nuovi mezzi di contrasto sono diventate sempre più rare.
Terapia
La terapia consiste nell’utilizzo di cortisone, antistaminici, broncodilatatori ed adrenalina.
Esami di laboratorio:
CA19-9, TPA, Ca15-3, Ca125, Alfafetoproteina, Ca50, Ca72-4, Ferritina, Calcitonina, Tireoglobulina, Psa, Sangue occulto nelle feci, Estramet, Omocisteina, Calprotectina fecale, NSE, Emocromo, Azotemia, Creatininemia, 17-beta-Estradiolo, Bitest, Tritest, Protidogramma , Esame delle urine
Malattie, sintomi e pagine collegate:
Infertilità, Gastroenterologia, Gotta, Preparazione ecografie, Preparazione urografia, Stipsi (Stitichezza), Sclerosi Multipla, Malattia di Alzheimer, Malattia di Parkinson, APA (Fibromialgia), Colite, Epilessia, Renella, Preparazione TAC, TAC: Tomografia computerizzata
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